Ricerca sulla valutazione del dolore pediatrico

Sono disponibili i primi esiti della ricerca sulla valutazione del dolore pediatrico condotta dal dott. Alessandro Failo grazie a una borsa di Dottorato di Ricerca presso la Facoltà di Scienze Cognitive dell’Università degli Studi di Trento, finanziata in parte dall’AIL Trentino nel 2013. Riportiamo le sue considerazioni, che verranno esposte anche in un convegno, il 1° aprile 2015 presso l’Aula Magna dell’Ospedale Santa Maria del Carmine di Rovereto.

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Grazie all’AIL Trentino lo scorso anno è stato possibile proseguire un progetto di ricerca sulla valutazione del dolore pediatrico e co-finanziare il primo anno di una borsa di Dottorato di Ricerca dedicata, istituita dal Dipartimento di Psicologia e Scienze Cognitive dell’Università degli Studi di Trento.
Nel corso dell’anno lo studio si è concentrato sull’implementare la raccolta di informazioni relative al dolore dei bambini: infatti la sua gestione dipende soprattutto dalle modalità di coping individuali (cioè le capacità di far fronte alle difficoltà). Partendo dallo studio di questi aspetti nelle gravi patologie (onco-ematologiche, fibrosi cistica,reumatiche, rare) crediamo che le competenze si possano poi trasferire anche alle patologie minori. Ancora ad oggi stiamo costantemente cercando di comprendere il rapporto che esiste tra il dolore, il suo modo di comprenderlo, di gestirlo e quali sono i vissuti emotivi sottesi. Non dobbiamo dimenticare che le dimensioni del dolore non si limitano alla sola percezione, ma che anche gli aspetti cognitivi, comportamentali ed emotivi ne sono intrinsecamente connessi condizionando le memorie future al dolore. Il protocollo che abbiamo sviluppato per questo studio, attraverso l’uso di strumenti non invasivi (scale di valutazione dell’intensità, un questionario e dei disegni) sta tentando di dare delle risposte plausibili e clinicamente rilevanti su come aiutare efficacemente questi bambini/ragazzi.
I risultati fin qui raggiunti (sulle analisi di 40 bambini tra i 7 e i 14 anni) confermano i dati preliminari che avevamo trovato e presentato per la richiesta di finanziamento all’AIL Trentino, ma ci hanno anche permesso di approfondire alcune domande e fare ulteriori inferenze. Vediamole assieme:

Dolore e sofferenza sono misurabili?
Per quanto riguarda il livello di percezione del dolore, il suo ricordo (che possiamo considerare come “sofferenza”) è sensibilmente maggiore (grado moderato-forte) rispetto alla condizione presente (grado lieve). L’aspetto nuovo che abbiamo riscontrato è che i più grandi (gruppo 11-14 anni) indicano punteggi più alti al dolore rispetto ai più piccoli (gruppo 7-10 anni), soprattutto se sono maschi.

Come vengono gestiti dolore e sofferenza?
Tra le strategie di gestione del dolore, il Supporto Sociale (stare con i genitori, tra i pari, il contatto fisico, ….) trasversalmente a tutte le età, è la modalità più utilizzata dai bambini per fronteggiarlo. Abbiamo riscontrato però che chi ha sofferto maggiormente (ricordo del dolore) tende ad utilizzare più strategie di Distrazione (immaginarsi di fare altro, giocare, leggere…) e meno Cognitive (mi dico di essere coraggioso, faccio finta di non avere male, mi dico che tutto andrà bene…).

Quali sono le componenti emotive?
Per quanto riguarda gli aspetti emotivi, a seconda della patologia presa in esame, è intaccata la rappresentazione di sé, dove i dati per il momento ci suggeriscono che i bambini onco-ematologici siano più feriti in quest’area rispetto agli altri. I bambini con buone strategie, considerati quindi “efficaci” percepiscono maggiormente il supporto della famiglia rispetto ai “non efficaci”. Anche nell’area emotiva i maschi si percepiscono meno adeguati rispetto alle femmine.

Fin dalla stesura del progetto di ricerca, la domanda chiave è stata ed è rimasta “quali sono le effettive ricadute cliniche?”
Sempre più troviamo conferme nel fatto che l’integrazione degli aspetti cognitivi, comportamentali ed emotivi ci può dare delle indicazioni tangibili su come comprendere globalmente il bambino e poterlo aiutare con un supporto mirato. Concludendo, ci appare sempre più chiaro che indagando adeguatamente gli aspetti emotivi, è possibile confrontarli con gli altri aspetti che concernono il dolore e la sofferenza, rendendo esplicite informazioni che precedentemente rimanevano soltanto oggetto di interpretazioni.

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