Borsa per ricerca sul dolore pediatrico

L’AIL Trentino ha finanziato parte di una borsa di Dottorato di Ricerca del Dipartimento di Psicologia e Scienze Cognitive dell’Università degli Sudi di Trento. Riportiamo la descrizione del progetto ad opera della responsabile progetto d.ssa Venuti Paola e del dott. Failo Alessandro, vincitore della borsa.

Il tema della ricerca è il dolore pediatrico e le modalità di coping (capacità di far fronte alle difficoltà) nelle gravi patologie (onco-ematologiche, fibrosi cistica, reumatiche, rare).
Lo studio, sviluppato dal Laboratorio di Osservazione, Diagnosi e Formazione (ODFLab) del Dipartimento rappresenta il naturale proseguimento di un progetto su questo tema, iniziato un anno e mezzo fa nelle U.O. di Pediatria di Trento e Rovereto. Ha cercato di verificare il rapporto che esiste tra il dolore e le strategie di coping ad esso associate nei bambini e nei pre-adololecenti cogliendone i vissuti emotivi.
Affronta quindi le dimensioni del dolore oltre la percezione: cognitiva, comportamentale, emotiva. Attraverso l’uso di strumenti non invasivi come delle scale di valutazione dell’intensità, un questionario e dei disegni, questo studio vuole rispondere alla domanda “Che cosa è importante sapere per poter efficacemente aiutare il bambino?“.
I risultati fin qui raggiunti (su un campione di 26 bambini tra i 7 e i 14 anni) dimostrano un livello di percezione del dolore nel ricordo sensibilmente maggiore (grado moderato-forte) rispetto alla condizione presente (grado lieve). Tra le strategie di gestione del dolore, il Supporto Sociale (stare con i genitori, tra i pari, il contatto fisico…) è l’elemento che contraddistingue trasversalmente, a tutte le età, la capacità del bambino nel fronteggiarlo nella malattia, ma anche il Problem Solving (mi dico che passerà, posso fare qualcosa per stare meglio, mi massaggio la parte che mi fa male….) è una strategia che ha un peso nella gestione della sofferenza in questi bambini, indice di una capacità evoluta ed attiva. Analizzando i profili emotivi abbiamo riscontrato che probabilmente quando viene vissuto un disagio emotivo più forte, la componente cognitiva per gestirlo è maggiore. Sembra inoltre che, a seconda della patologia presa in esame, sia intaccata la rappresentazione di sé, dove i dati per il momento ci suggeriscono che i bambini onco-ematologici siano più feriti in questo aspetto rispetto ai bambini reumatici.
Il Progetto di Dottorato prevede, per i prossimi tre anni, il raggiungimento di un campione di 50 bambini, così divisi: 20 con patologia oncologica (10 tumori del sangue e 10 tumori solidi) e 10 per ogni altra patologia considerata (fibrosi cistica, malattie reumatiche, gruppo malattie rare). Dopo aver analizzato i dati che emergeranno dal campione auspicato, grazie alle informazioni apprese, verranno sviluppate ed incrementate le metodologie di supporto per ogni bambino, quindi le Tecniche Non Farmacologiche di controllo del dolore (TNF) quali Distrazione, Rilassamento, Visualizzazione, Desensibilizzazione, Respirazione. Verrà infine verificata l’efficacia di queste proposte tramite:

  • la strutturazione di un programma di formazione per gli operatori che a vario titolo di occupano della sofferenza dei bambini;
  • incontri con i genitori per dare loro la possibilità di capire quali strategie adottare per supportare i loro figli;
  • la formazione di gruppi di intervento con i ragazzi attraverso degli incontri dove si potranno discutere le modalità di fronteggiamento disfunzionali per renderle più efficaci.
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